Metodologia didattica

Da bambino a ragazzo

I nostri primi interlocutori sono i ragazzi tra gli undici e i quattordici anni. Un’età in cui si inizia a operare il vaglio della propria tradizione, del proprio sapere, dei propri valori (età della crisi); in cui si inizia a diventare protagonisti della conoscenza, delle scelte di vita e dei modelli di riferimento.

È in questa età che generalmente inizia la presa di coscienza di se stessi e il desiderio di conoscere la realtà da protagonisti. Si tratta di un momento critico, nel senso positivo del termine, cioè di vaglio, di paragone tra le proprie esigenze fondamentali e quanto precedentemente ricevuto dall’educazione familiare o appreso durante gli studi nella Scuola Primaria.

Il dilatarsi delle problematiche e il venir meno delle garanzie di un riferimento indiscusso rendono delicato il passaggio dall’infanzia all’adolescenza anche nell’ambito della conoscenza. Esso avviene gradualmente e per ognuno ha diversi risvolti.

In generale però, i segnali che il ragazzo sta attraversando un momento di rottura con il suo passato e di riconquista del suo presente, si possono riassumere nei seguenti punti:

  • Tendenza all'autonomia del pensiero e del giudizio: l’alunno scopre in sé nuove capacità di ragionamento e di giudizio, desideri differenti rispetto a quelli che aveva da bambino. Ricco di tali novità desidera metterle tutte alla prova.
  • Ricerca di nuovi punti di riferimento al di fuori dell'ambito familiare:il ragazzo è alla ricerca di nuovi maestri, di modelli da imitare che soddisfino le sue aspettative sulla vita e che lo aiutino a comprendere e ad accettare le novità che in lui sorgono.

Attenzioni metodologiche della scuola Secondaria di Primo Grado sono:

  • Attenzione all’alunno
  • Attenzione alla realtà
  • Educazione della ragione
  • Presenza dell’adulto
  • Libertà del discente